Un infortunio non è per sempre

Un infortunio nella vita di un atleta è qualcosa da mettere in conto, che esso si alleni come un professionista o no.

Ci si può fare male cadendo dalla bici, per lo stress causato dai troppi allenamenti o per un movimento eseguito nel modo sbagliato..il triathleta solitamente alla prima sensazione di dolore non fa manco caso, alla seconda fa finta di niente, alla terza pensa che sia fatica e che passerà presto, dopo incomincia a chiedersi perchè ha male, poi se è il caso di dirlo ai compagni di allenamenti….insomma, intanto nuota, pedala, corre, solleva pesi in palestra, cammina, fa le scale, prende in braccio il figlioletto, aiuta la consorte a portare in cantina quello scatolone rimasto in sala dall’ultimo natale, fa tutti i movimenti che la vita quotidiana e gli allenamenti abitualmente richiedono. Poi arriva un giorno in cui capisce che il male non intende passare e che la mente e il cuore devono sottostare al fisico. E’ un giorno deprimente: probabilmente l’atleta interromperà l’allenamento di corsa – e già lì si arrabbierà e invocherà qualche aiuto dai santi del Cielo – poi proverà a nuotare “giusto per sciogliersi” ma non riuscirà neppure lì a combinare qualcosa..insomma arriverà nello spogliatoio su tutte le furie, senza la solita voglia di scherzare e chiacchierare.
Dopo aver chiesto consigli per decidere che fare a destra e a manca, ad amici, colleghi e allenatore, giungerà prima dal fisio o dall’osteopata, nei casi più gravi da un medico sportivo. Ed è lì che arriva il periodo peggiore: lo stop forzato. Nessun santo del Paradiso ci ha aiutato, il fisio ci dedica quell’ora ritagliata rinunciando a un quarto d’ora di allenamento e ritardando alla cena con la fidanzata ma intanto ci viene prescritto RIPOSO. Che lo stop riguardi una, due o tre discipline non importa: il triathleta vorrà sicuramente fare quello che non dovrebbe e si mangerà le mani a vedere gli altri allenarsi, organizzare trasferte, gareggiare. Venderebbe l’anima al diavolo, mangerebbe bulloni in insalata se solo glielo chiedesse il fisio, camminerebbe sulla mani per non sovraccaricare il tendine d’Achille…ma niente, RIPOSO!!

Ma c’è una speranza per tutti perchè gli infortuni si superano! Arriverà un giorno in cui si potrà tornare in vasca, salire in bici o indossare le scarpe da running quindi forza e coraggio. La determinazione di una persona si vede quando deve combattere non contro gli altri ma contro sè stessa e qualsiasi atleta è chiamato a farlo almeno una volta nella vita.

Dedichiamo questo articolo a tutti coloro che hanno subito un infortunio, a quelli che stanno lavorando per tornare e in particolare a Carlo, che tenta di inseguire la moglie podista nei cross e poi si fa male, e a Gianni, che ha infine deciso di operarsi, con l’augurio che la guarigione sia più vicina di quella che sembra e con essa anche allenamenti e gare. In bocca al lupo!

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“Solo quando la fatica e il dolore ti avranno spogliato di tutto e la meta sarà ancora lontana, solo allora saprai veramente chi sei e quanto è grande il tuo cuore!”

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